Quello che ricorderemo tra qualche giorno non è un anniversario come tutti gli altri, così come quelli che si si susseguiranno nei prossimi mesi.
Non giorni in cui gioire e divertirsi.
Non giorni che ci portano a inondare le persone care di fiori o gioielli, in vista di compleanni, onomastici o anniversari di matrimonio.
Non giorni ricchi di pranzi o cene luculliane.
Quello che ci apprestiamo a vivere il 23 maggio prossimo è un giorno particolare per me e per tutti coloro che vivono la quotidianità di una società che a stento riusciamo a capire.
Sono passati tanti anni da quel pomeriggio del 1992.
E chi lo dimentica.... Quelle immagini scorrono ancora nella memoria limpida e fotografica che conservo nel mio cuore.
Ricordare quello che è accaduto al giudice, Giovanni Falcone, a sua moglie, Francesca Morvillo, agli agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, e Antonio Montinaro, è un DOVERE.
Portare avanti i loro insegnamenti deve essere l'impegno quotidiano per tutti noi.
"LE LORO IDEE CAMMINANO SULLE NOSTRE GAMBE". Non sono morti. Vivono in ognuno di noi.
Nei gesti di tutti i giorni, nei sorrisi, negli abbracci, nell'aiuto a chi ne ha bisogno, nel rispetto totale delle leggi e della costituzione italiana, nel non avere paura di esternare il proprio pensiero ed essere critici verso chi compie atti contra legem.
E' così che voglio continuare a crescere. E' così che voglio onorare l'educazione e l'insegnamento alla cultura della legalità che ho ricevuto, vivendo la mia infanzia e la mia adolescenza in una caserma dei carabinieri.
Grazie papà, grazie mamma. Grazie a voi, quello spirito di giustizia pervade il mio essere una cittadina che cammina a testa alta, onorando nel cuore quella divisa e quegli alamari che custodisce gelosamente.
Grazie anche a LORO: Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rocco Chinnici, Boris Giuliano, Ninni Cassarà, Beppe Montana, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, il capitano Basile, il giudice Scopelliti, Don Pino Puglisi e tantissimi altri che sono caduti sotto il fuoco di criminali senza cuore e anima.
Vorrei concludere con alcune frasi custodite in un piccolo libricino, dal titolo ''Calabria'', scritto dal mio papà nel lontano 1981.
Le ripropongo perché a distanza di quasi 40 anni sono più che attuali.
"Cosa fare per debellare questo profondo male che impedisce alla nostra terra ogni crescita economica e sociale?
Bisogna avere la virtù di dare l'esempio di una vita corretta, onesta, incorruttibile. L'esempio quotidiano di un sereno e tenace adempimento dei propri doveri. Queste sono le basi solide da costruire e a cui tutti i cittadini italiani devono attenersi.
Ad esse, dobbiamo accoppiare, per le ragioni stesse della nostra vita, tutte le virtù di buoni cittadini, osservanti scrupolosi delle leggi e dei regolamenti dello Stato"
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