venerdì 11 marzo 2016

Immigrazione: Pensieri e parole concrete per riflettere sul fenomeno

Da poco tempo la nostra società è entrata nel terzo millennio. Un periodo che, in futuro, verrà ricordato come l’era del progresso e della tecnologia, ma anche un momento in cui la popolazione di uno Stato Europeo si vede costretta a dover superare alcuni ostacoli e problemi che, ormai, caratterizzano il contesto socio-culturale in cui vive. Sembra difficile pensare, infatti, che, al giorno d’oggi, la maggior parte della popolazione mondiale si trova a lottare contro la fame, cerca disperatamente un lavoro o viene perseguitata per motivi politici. Oggi non è raro ascoltare notizie che riguardano gli immigrati e i continui sbarchi di clandestini dall’Africa settentrionale o dall’Europa dell’est all'Europa Centrale. È un fenomeno che va avanti da anni, ma che non è ancora stato risolto. Inoltre, le immigrazioni spaventano. Ovunque si vada, si è soliti vedere gente che rifiuta i clandestini e gli extracomunitari, assumendo un comportamento del tutto razzista. Un razzismo che nasce, molto spesso, dall’ignoranza. La gente, solitamente, non conosce il motivo per cui chi emigra va alla ricerca di una speranza in un paese nuovo, fuggendo da paesi devastati da guerre e conflitti interni. A tal proposito, bisogna, riflettere sul fatto che non è possibile dimenticare l’esito delle imponenti migrazioni di massa del passato: in America e in Australia furono sterminati o fatti prigionieri gli indigeni del luogo, vittime di un vero e proprio genocidio, dagli europei in cerca di nuove terre da colonizzare. Adesso, la situazione si è capovolta. L’extracomunitario si vede, spesso, vittima di violenze razziste e abusi, nonostante gli sia stato riconosciuto lo “status” di rifugiato politico. Occorre capire che l’immigrazione non è sempre stata un problema: non è raro, per esempio, che tra gli immigrati emergano le più rilevanti figure in ambito politico, nello sport e nelle arti. Va, inoltre, aggiunto che gli immigrati che trovano un posto di lavoro. Inoltre, danno anche un contributo economico e culturale al paese ospitante. In Germania, sempre per fare un esempio, l’immigrazione ha contribuito ad un aumento del prodotto interno lordo per abitante. Nonostante questo, però, vengono operate evidenti restrizioni: i poveri sono immediatamente ricacciati nei loro paesi di origine, mentre se si presentano uomini d’affari stranieri viene riservata loro una calda accoglienza. I potenti possono circolare liberamente. L’immigrazione è come uno specchio: più la guardiamo, più ci rimanda l’immagine della nostra società e della nostra vita. Paesi come l’Italia sono ancora vittime di una cosiddetta “immigrazione interna”: intere famiglie emigrano,ancora oggi,dalle aride terre del Sud Italia verso il Nord, alla disperata ricerca di un lavoro. La colpa di chi è? RIFLETTIAMO.

Mario Saullo

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