30 anni di latitanza. 30
anni di misteri, depistaggi, ombre sul latitante più ricercato al mondo. Questa
mattina, all’alba, in una clinica privata di Palermo, ‘La Maddalena’, è stato
tratto in arresto Matteo Messina Denaro, in terapia per problemi oncologici. Il
più sanguinario boss della mafia siciliana, la primula rossa di Cosa nostra che
tanto male ha fatto all’Italia. Una nazione che oggi, 16 gennaio 2023, piange
di gioia, stretta intorno a tutti coloro i quali hanno spazzato via quella nube
tossica che accingeva la Penisola da Nord a Sud e il mondo intero.
Il blitz, è stato portato a
termine dagli uomini del Ros dei Carabinieri, agli ordini del comandante Pasquale
Angelosanto, dai colleghi del Gis e dei comandi territoriali della Legione
Sicilia, coordinati dal procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, e dal
procuratore aggiunto, Paolo Guido. Insieme a Messina Denaro è stato arrestato
anche Giovanni Luppino, di Campobello di Mazara, nel trapanese, accusato di
favoreggiamento. Avrebbe accompagnato il boss in clinica per le terapie.
Oggi ha vinto lo Stato.
Hanno vinto tutti coloro i quali forgiano il loro vivere quotidiano sugli
insegnamenti di eroi che hanno perso la vita per sconfiggere qualunque forma di
illegalità diffusa. Oggi ha vinto l’Italia, tutti noi. Le lacrime di gioia dei
palermitani, le manifestazioni di giubilo in strada, il ‘Grazie’ gridato ad
alta voce, sono anche i nostri.
Una giornata storica in memoria del generale, Carlo Alberto Dalla Chiesa, dei giudici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di tutti gli uomini e le donne dello Stato caduti nell’esercizio delle loro funzioni. A loro dobbiamo, TUTTI, inchinarci e continuare ad operare con onestà, studiando e vivendo come persone perbene.
Abbiamo il dovere morale di
intensificare i nostri sforzi nella ricerca della verità, nel ripristino della
legalità non a parole, ma con gesti quotidiani. Come fare? Semplice. Essere se
stessi sempre. Avere la consapevolezza che solo agendo per il bene collettivo,
portando avanti le proprie idee con correttezza e professionalità, si possono
raggiungere risultati come questi.
I reparti speciali della
Benemerita scesi in campo, sono figli del metodo del generale Dalla Chiesa.
Carabinieri, con la ‘C’ maiuscola, che, negli ultimi tempi, hanno dedicato alla
loro quotidianità alla ricerca di un superlatitante senza umanità anche davanti
gli occhi innocenti di un bimbo o di una futura mamma. (Il capomafia di
Castelvetrano è stato condannato all'ergastolo per decine di omicidi, tra i
quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato
e sciolto nell'acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del 1992,
costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino e agli uomini della scorta, e
per gli attentati del 1993 a Milano, Firenze e Roma).
Il lavoro e l’abnegazione di
questi servitori dello Stato ripaga della sofferenza, patita in tanti anni di
lotta alla Mafia.
Oggi, abbiamo onorato il
debito verso chi non c’è più. Non mettiamo un punto. Non dimentichiamo. Continuiamo
a lottare contro la Criminalità organizzata e le sue assurde dinamiche che
portano solo distruzione e morte.