Emergenza Coronavirus. E' più di un mese che viviamo come in un limbo. Siamo stati, tutti, catapultati in un mondo che non avremmo mai immaginato potesse essere così malato. Ora siamo chiamati tutti a riempire pagine di storia, nella consapevolezza che solo grazie ai nostri comportamenti individuali ne potremo uscire al più presto.
Oggi sono qui, dopo tanto tempo, a scrivere perché ho a cuore una situazione che sta interessando tutta Italia.
Da giorni, il Covid sta interessando le case di cura per anziani. Da nord a Sud, il virus sta colpendo i nostri anziani. Persone fragili che hanno bisogno di aiuto subito.
In una di queste strutture, situata a Chiaravalle, in provincia di Catanzaro, l'emergenza si sta estendendo a macchia d'olio.
In merito è intervenuto mio zio con una nota che pubblico con orgoglio.
"In
questo momento di grave emergenza sanitaria - afferma il dottore Saullo - causata dall’epidemia, originata dal Coronavirus, che così
duramente ha colpito il nostro Paese, in qualità di cittadino, di medico che ha
ricoperto il ruolo di Primario del reparto di Pediatria dell’Ospedale Giovanni
Paolo II di Lamezia Terme e, attualmente, di Direttore Scientifico dell’ Associazione
“Effra - Nati per vivere Onlus”, avverto l’impellente esigenza di offrire il mio
contributo umano e professionale in merito alla controversa vicenda che ha per
oggetto il trasferimento, presso il Presidio Ospedaliero di Lamezia, di
pazienti e personale della casa di cura di Chiaravalle, al centro di un
focolaio di Covid 19.
Premetto - continua Ernesto Saullo - che si tratta, certamente, di una vicenda assai delicata, che presenta una
duplice chiave di lettura afferente sia all’aspetto umano, che a quello
sanitario, in quanto si parla di esseri umani in condizione di grave fragilità,
attribuibile alla loro condizione di anziani ospiti di una Casa di Riposo e affetti da coronavirus. Persone che hanno necessità, già in tempi normali, di
assistenza sanitaria, ma anche di sostegno affettivo e umano, di presenze, di
volti familiari in grado di coadiuvare le figure degli operatori di struttura e
di offrire, quanto più possibile, una qualità di vita normale e funzionale ai bisogni di questa
fascia di età, contraddistinta da problematiche, che vanno dalle malattie che
colpiscono il fisico alla vulnerabilità affettiva ed emotiva.
Persone
che richiedono attenzione e tanta umanità, soprattutto in questo momento in
cui, colpiti dalla virulenza della malattia, non possono e non devono essere
abbandonati ad un destino che sta facendo registrare esiti funesti e non solo
su anziani affetti da patologie pregresse.
D’altra parte, però, la loro
accettazione e il successivo ricovero deve, necessariamente, essere effettuato
presso un Presidio ospedaliero in grado, dal punto di vista strutturale,
strumentale e operativo di supportare e affrontare questa tipologia di
emergenza sanitaria.
Lamezia Terme,
attualmente, emotivamente e sotto il profilo della encomiabile competenza umana
e professionale di medici, infermieri e personale sanitario tutto, sarebbe in
grado di assolvere questo delicato compito, ma non di ostacolare, nei fatti,
l’insorgenza di un temibile focolaio di contagi, che potrebbe assumere una
fisionomia di enormi proporzioni e mettere a serio rischio la popolazione del
territorio lametino e zone limitrofe.
Il
Presidio ospedaliero di Lamezia - dichiara Saullo - non si trova, in questo caso, ad un bivio, ossia
a dover scegliere tra lasciare in balia della loro sorte pazienti che
necessitano di aiuto o prestare loro le cure necessarie presso il locale
Presidio Ospedaliero.
Lamezia, necessita di eliminare le tante carenze in esso presenti e di rendere tale
struttura operativa, ma con una necessaria eliminazione delle tante
vulnerabilità e una reale messa in sicurezza della struttura, attualmente
inadeguata dal punto di vista della strumentazione,del materiale di protezione,
di attrezzature, ausili specifici e percorsi e tracciati dedicati per far fronte
ad emergenze straordinarie e garantire assistenza ai fini di una degenza
ordinaria, di una terapia sub intensiva ed intensiva.
In questo doloroso frangente, dotare
l’ospedale di Lamezia di tutte le prerogative adeguate a sopperire ad esigenze
sanitarie straordinarie, potrebbe consentire di porre solide basi , per il
futuro, al fine di operare in piena autonomia e sicurezza, senza preclusioni di
azioni ed interventi, mettendo a frutto, a pieno titolo, le tante competenze
professionali di medici e personale infermieristico in esso operanti, gli stessi che
quotidianamente, nonostante la precarietà dei mezzi a disposizione, offrono le
loro prestazioni, superando limiti oggettivi, spesso sopperendo a questi con
grande determinazione, umanità e
spiccato senso del dovere.
Sarebbe un’opportunità per valorizzare una struttura
che ha i numeri umani per decollare. Purtroppo l’epidemia
in atto ci pone dinanzi a delle scelte obbligate.
Fatto salvo il valore della
vita umana, - conclude il Dott. Saullo - oggi è doveroso compiere delle scelte necessitate da esigenze
contingenti, reali, da cui non si può prescindere perché in funzione della
salvaguardia e della tutela della collettività tutta e, nel caso specifico
della Pandemia, dell’umanità tutta".
Dott. Ernesto Saullo
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