Sono giorni, ma cosa dico,
settimane, che siamo tutti incollati alla televisione ad assistere a dirette
fiume sulla crisi greca. Grexit si…Grexit no… Un dilemma che attanaglia tutti
noi cittadini europei. Ho un ricordo nitido sul default dell’Argentina, ma non
essendo molto addentro ad avvenimenti economici e finanziari (Cosa molto
sbagliata lo so) non me ne sono mai interessata più di tanto. Ora no. Le cose
sono cambiate. Cerco di capire, di farmi un’idea su cosa stia accadendo e di
come si potrebbe uscire da questa empasse. Vado a spulciare l’andamento delle
borse (oggi quelle asiatiche sono crollate), lo spread. Ascolto, con
attenzione, ciò che dichiarano i più illustri economisti, insieme alle analisi
di miei autorevoli colleghi. L’anno scorso (era ottobre) sono stata in Grecia.
Una nazione bellissima. Ho visitato Santorini e Atene. Luoghi incantevoli,
ricchi di storia, cultura, tradizioni. La popolazione è gentile, affabile,
molto propensa al dialogo. Il turista che visita il borgo meraviglioso dell’isola
più bella (a mio modesto parere) della Grecia è accolto da un profumo
inebriante che circuisce i sensi dei più. Un mondo fatato, colorato di blu che fa
pensare alla beltà del paradiso dantesco. Per non parlare, poi, della capitale.
Quell’Atene ricca di storia, mitologia, culto degli dei, patria dei più grandi
oratori e di quella ‘’Democrazia’’ alla quale, oggi, tutti si appellano. È lì,
in quelle piazze sconfinate, che è nato il δῆμος (démos), popolo e κράτος (cràtos)
potere, che, etimologicamente, significa governo del popolo. È nella penisola
ellenica che è nata la ‘’Polis’’, un modello di struttura che prevedeva
l'attiva partecipazione degli abitanti liberi alla vita politica. Ed è proprio
la popolazione che domenica scorsa ha mandato un segnale chiaro all’Europa,
votando ‘’No’’ al referendum. Non mi divulgo oltre, anche perché ormai, è noto
a tutti quali sono gli avvenimenti di queste ultime ore. Il premier italiano,
Matteo Renzi, ha affermato che l’Europa, così com’è, non va. Ci vuole più
crescita. Il primo ministro greco, Tsipras, questa mattina, al parlamento
europeo, ha infiammato la platea. “Greci usati come cavie. L’austerità ha
fallito. Soldi alle banche non ai cittadini. Il voto di domenica non è stato
contro l’Europa”. Sono convinta di una cosa. L’Europa deve avere più cuore e
stare dalla parte della popolazione per continuare a crescere. Bisogna
investire in cultura e ricerca. Il nostro Humus deve essere questo.
Rimbocchiamoci tutti le maniche e continuiamo a lavorare per un mondo (in
questo caso un’Europa) più giusto, solidale, unito intorno a quel senso di
fratellanza, pace e unione che tanto si auspica.
Maria Cristina Saullo
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