Ho appena finito di leggere
un libro che mi ha affascinato. Mi ha riportato indietro negli anni. Quegli
anni vissuti in una caserma dei carabinieri. La mia casa, la mia famiglia, il
mio essere donna al servizio della collettività anche se faccio un lavoro diverso.
Sono una giornalista (disoccupata al momento). Il volume, mi è stato prestato
da una signora splendida, molto gentile, con la quale disquisiamo spesso su
cosa vuol dire essere militari dell’arma nell’anima. Il libro si chiama ‘’Il Basco
Rosso’’, scritto, in maniera brillante, da Alessandra D’Andrea. Fiumi di parole
e frasi semplici che scorrono in maniera fluida e immergono il lettore in un
universo ricco di sensi inebrianti. Scorrendo le pagine, si scopre la vita di
uomini addestrati a resistere nei territori più impervi e nelle situazioni più
difficili, nella consapevolezza di dover adempiere ad un compito che per loro è
una missione. Sono i “Cacciatori di Calabria”. I carabinieri dello squadrone eliportato,
di stanza a Vibo Valentia. Continuando a leggere, mi sono immersa nella loro
storia e nei sentimenti che li accompagnano nel loro lavoro contro i sequestri,
il narcotraffico, l’espandersi della ‘ndrangheta. “Si tratta di uomini che
operano nell’ombra. Lì li ho conosciuti e lì li ho lasciati – ha affermato
l’autrice, romana, studiosa del fenomeno delle mafie -. Quello dei “Falchi” è
uno di quei reparti su cui, ieri come oggi, vige il massimo riserbo. Nel mio
libro non troverete, quindi, rivelazioni su indagini, operazioni o catture
eccellenti. Piuttosto l’obiettivo è avvicinare i cittadini e i giovani all’Arma
dei Carabinieri. Il mio lavoro rappresenta l’anello di congiunzione tra i
militari e noi tutti, per una maggiore partecipazione civile, soprattutto in
questo delicato momento storico, dove è evidente la mancanza di punti di
riferimento”. Si…. Punti di riferimento. Chi come me, è cresciuta con il senso
del dovere, il rispetto totale delle leggi e della legalità sa che solo
avendoli può continuare ad operare con onestà, quella con la ‘’O’’ maiuscola, per
creare un futuro migliore. Quando ho finito di leggere il libro, mi sono resa
conto di essere ripiombata in un mondo che mi appartiene. È nel mio Dna.
Sentirsi carabiniere nel cuore. Essere consapevoli di cosa vuol dire il
sacrificio, l’abnegazione, il senso del dovere e dello Stato può farci
diventare cittadini migliori. Basta volerlo. Non ho scelto di nascere e
crescere in un ambiente militare, ma devo dire “GRAZIE PAPA’”’ per avermi insegnato
ad essere quella che sono.
M.C.S.
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