venerdì 11 marzo 2016

Immigrazione: Pensieri e parole concrete per riflettere sul fenomeno

Da poco tempo la nostra società è entrata nel terzo millennio. Un periodo che, in futuro, verrà ricordato come l’era del progresso e della tecnologia, ma anche un momento in cui la popolazione di uno Stato Europeo si vede costretta a dover superare alcuni ostacoli e problemi che, ormai, caratterizzano il contesto socio-culturale in cui vive. Sembra difficile pensare, infatti, che, al giorno d’oggi, la maggior parte della popolazione mondiale si trova a lottare contro la fame, cerca disperatamente un lavoro o viene perseguitata per motivi politici. Oggi non è raro ascoltare notizie che riguardano gli immigrati e i continui sbarchi di clandestini dall’Africa settentrionale o dall’Europa dell’est all'Europa Centrale. È un fenomeno che va avanti da anni, ma che non è ancora stato risolto. Inoltre, le immigrazioni spaventano. Ovunque si vada, si è soliti vedere gente che rifiuta i clandestini e gli extracomunitari, assumendo un comportamento del tutto razzista. Un razzismo che nasce, molto spesso, dall’ignoranza. La gente, solitamente, non conosce il motivo per cui chi emigra va alla ricerca di una speranza in un paese nuovo, fuggendo da paesi devastati da guerre e conflitti interni. A tal proposito, bisogna, riflettere sul fatto che non è possibile dimenticare l’esito delle imponenti migrazioni di massa del passato: in America e in Australia furono sterminati o fatti prigionieri gli indigeni del luogo, vittime di un vero e proprio genocidio, dagli europei in cerca di nuove terre da colonizzare. Adesso, la situazione si è capovolta. L’extracomunitario si vede, spesso, vittima di violenze razziste e abusi, nonostante gli sia stato riconosciuto lo “status” di rifugiato politico. Occorre capire che l’immigrazione non è sempre stata un problema: non è raro, per esempio, che tra gli immigrati emergano le più rilevanti figure in ambito politico, nello sport e nelle arti. Va, inoltre, aggiunto che gli immigrati che trovano un posto di lavoro. Inoltre, danno anche un contributo economico e culturale al paese ospitante. In Germania, sempre per fare un esempio, l’immigrazione ha contribuito ad un aumento del prodotto interno lordo per abitante. Nonostante questo, però, vengono operate evidenti restrizioni: i poveri sono immediatamente ricacciati nei loro paesi di origine, mentre se si presentano uomini d’affari stranieri viene riservata loro una calda accoglienza. I potenti possono circolare liberamente. L’immigrazione è come uno specchio: più la guardiamo, più ci rimanda l’immagine della nostra società e della nostra vita. Paesi come l’Italia sono ancora vittime di una cosiddetta “immigrazione interna”: intere famiglie emigrano,ancora oggi,dalle aride terre del Sud Italia verso il Nord, alla disperata ricerca di un lavoro. La colpa di chi è? RIFLETTIAMO.

Mario Saullo

giovedì 3 marzo 2016

INTELLIGENCE: E' PARTITA LA QUINTA EDIZIONE DEL MASTER DELL'UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA. PRESENTE IL RETTORE, GINO CRISCI. LEZIONE CONCLUSIVA IL 9 LUGLIO CON GIULIO TREMONTI.


L'obiettivo è allungare il campo, e contribuire a far comprendere il ruolo dell'Intelligence: costruire una rete di sicurezza partecipata con il mondo dell'Accademia e della ricerca. Infatti, all'Università della Calabria ha preso il più consolidato Master in Intelligence di un ateneo pubblico del nostro Paese che è giunto alla quinta edizione, inaugurato nell'aula magna "Beniamino Andreatta" dal Rettore Gino Crisci. Il Rettore ha affermato che "iniziative come queste, che durano da anni, sono estremamente positive e rafforzano la missione scientifica dell'Università della Calabria che è stata la prima in Italia a sviluppare questo tipo di studi, che oggi è diventato di grande attualità" . È seguito poi l'intervento del Direttore del Dipartimento di Lingue e Scienze dell'Educazione dell'Ateneo calabrese Francesco Altimari che ha messo in luce l'impegno multidisciplinare previsto dal Master che vede coinvolti diversi settori scientifici, dalla linguistica all'ingegneria. Ha quindi relazionato il Direttore del Master Mario Caligiuri che ha illustrato l'importanza dell'intelligence nella società contemporanea, in quanto rappresenta un metodo indispensabile per cittadini, imprese e Nazioni per orientarsi nella società della disinformazione. Ha quindi ricordato l'impegno dell'Università della Calabria nello studio scientifico dell'intelligence che risale alle fine degli anni Novanta, sviluppandosi poi nel 2007 attraverso l'istituzione, con il sostegno del del Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga, del primo Master di una università pubblica italiana; nel 2008 con la costituzione del Centro di Documentazione Scientifica sull'Intelligence e nel 2009 con l'avvio della Collana editoriale della Rubbettino che finora ha prodotto numerosi volumi, dei quali l'ultimo è "Intelligence e Scienze umane. Una disciplina accademica per il XXI secolo", recentemente presentato alla Camera dei Deputati e all'Università Luiss "Guido Carli" di Roma. Caligiuri ha poi illustrato il programma della quinta edizione. Tra i docenti previsti ci sono il Segretario Generale della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane Alberto De Toni, il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri Michele Valensise, il Direttore della Scuola di Formazione del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza Paolo Scotto di Castelbianco, il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, i docenti universitari Antonio Baldassarre, Roberto Baldoni e Umberto Gori, il consigliere di Stato Carlo Mosca, gli ex direttori dei Servizi Vittorio Stelo, Nicolò Pollari e Luigi Ramponi, il responsabile della sicurezza dell'Eni Alfio Rapisarda, i giornalisti Lucio Caracciolo, Loretta Napoleoni e Paolo Messa, i generali Carlo Jean e Fabio Mini, i manager Giancarlo Elia Valori e Giuseppe Cossiga, gli ex ministri Paolo Savona e Giulio Tremonti, che il 9 luglio concluderà il Master con una lectio magistralis. Seguiranno poi dall'11 al 22 luglio i laboratori sulla Cyberintelligence, dove si analizzeranno dei casi di studio sotto la guida, tra gli altri, di Domenico Saccà e Domenico Talia dell'Università della Calabria e in collaborazione con il Distretto della Cybersecurity di Poste Italiane. "L'obiettivo finale - ha concluso Caligiuri - è quello di fare diventare l'intelligence una materia di studio nelle università del nostro Paese ed anche, come ha confermato il Segretario Generale della CRUI Alberto De Toni, cominciare a promuovere dei corsi di laurea triennali negli atenei italiani". Sono seguiti poi gli interventi dei professori dell'Università della Calabria Alberto Ventura, Giuseppe Spadafora, Domenico Talia e Giancarlo Costabile e le testimonianze di Donatella Romeo, responsabile del progetto "Insider" individuato dall'Ocse come uno dei migliori dieci progetti innovativi italiani e che ha preso spunto proprio dalle attività del Master sull'Intelligence, e di Claudio Paya Santos, dell'Università "Nebrija" di Madrid che nel 2009/2010 ha frequentato il Master dell'ateneo calabrese e che ha proposto interessanti forme di collaborazione sulla formazione nell'intelligence tra l'Università della Calabria e università spagnole e latino-americane. I lavori sono stati seguiti da Radio Radicale e dalla tv dell'Università della Calabria Unical Channel che trasmetterà integralmente la manifestazione sul canale digitale terreste 685. Le lezioni del Master si svolgeranno di sabato nell'aula "Caldora" dell'Università della Calabria. Il prossimo sabato 5 marzo 2016 sono in programma le lezioni su "Introduzione all'intelligence" alle 9 del Direttore del Master Mario Caligiuri e alle 14 del criminologo Francesco Bruno.

martedì 1 marzo 2016

La professionalità e la grande caparbietà di due amici....

“Crederci sempre. Arrendersi mai”. Mi piace coniare questa frase per rendere un senso compiuto a quanto sta accadendo a due amici che con caparbietà, professionalità e tanti sacrifici hanno coronato un sogno: quello di essere riusciti a portare in alto la bandiera italiana negli States.
Conosco Maico e Franco Campilongo da circa trent’anni. Con Maico abbiamo condiviso gli studi, la passione per il parapendio e una breve, ma intensa, esperienza amministrativa a Scalea.
Poi, le nostre strade si sono divise. Io ho continuato a coltivare il sogno di diventare giornalista. Lui, dopo aver lavorato al Nord, un giorno d’estate di circa dieci anni fa, davanti ad una pinta di birra, mi ha confessato di voler cambiare vita. “Cri – mi disse -. Parto per l’America. Non so cosa accadrà, ma voglio cambiare vita. Voglio impegnarmi per quello che sono. Desidero inorgoglire il mio essere”. 
E così è stato. Da li a pochi giorni, Maico è volato a San Francisco, dove lo aspettava il fratello Franco e nuove ed entusiasmanti avventure. 
Non è stato facile accettare questa decisione.
Con Maico è sempre stata un’amicizia vera, senza interessi, sincera e rispettosa. Sui cieli di Praia a Mare, quando per due volte mi ha portato a volare insieme a lui, in biposto, mi raccontava dei suoi sogni, di quanto era meraviglioso sentirsi, in quel momento, in simbiosi con i gabbiani che circuivano l’Isola di Dino. Dico questo perché, puntualmente, forse per un fato, ci ritrovavamo a girare intorno a quella bellezza sconfinata che ti faceva apparire tutto più facile. Come se i problemi, d’incanto, svanissero in un attimo. Poi, ci ritrovavamo sulla spiaggia di Fiuzzi e, puntualmente, Maico prendeva la chitarra e ci allietava con le sue musiche preferite (Ligabue e sempre Ligabue).
Quei tempi sono un fiero ricordo. Sono passati dieci anni e Maico e Franco, ci inorgogliscono ogni giorno. Ci offrono, dall’altro capo del mondo, delle immagini del loro lavoro serio che portano il nostro essere e cercare di fare di più con onestà. Credo che questo sia un grande insegnamento, soprattutto per le giovani generazioni che si apprestano a creare il loro futuro lavorativo.
Maico e Franco, con l’amico, Kristyan D’Angelo, un giovane di Ginosa Marina, in provincia di Taranto, hanno aperto un ristorante ‘’Terun’’ a Palo Alto, in California. Un locale italiano che sta riscuotendo un enorme successo. Un esperimento di marketing a tutto tondo che punta in alto, ma tanto alto.  “Abbiamo deciso di dare un significato positivo a questo termine, ‘’Terun’’ – ha dichiarato Maico Campilongo in una recente intervista - che per anni ha visto i nostri genitori e i nostri nonni paragonati ad una razza inferiore. Usato dai piemontesi o comunque dalla gente del nord, ci faceva male, ci condizionava, tanto che da piccolo cercavo di cambiare il mio accento perché ritenevo che quello meridionale non fosse una cosa positiva”.
E si. Perché i fratelli Campilongo hanno avuto l’onore di essere recensiti, oltre che da ‘’Repubblica’’ e ‘’Corriere della Sera’’, anche dal ‘’New York Times’’ che in un articolo ha sottolineato come “in piemontese “Terùn” è un termine dispregiativo per i meridionali italiani. Gli intraprendenti imprenditori, venuti dalla parte estrema dello stivale lo indossano come distintivo d’onore”.  
Ed è proprio così. Anche perché bisogna sempre essere orgogliosi delle proprie origini e ringraziare, sempre, i propri genitori per l’educazione e il rispetto, impartiti, per vivere serenamente e operare con professionalità.
Ma non è solo la ristorazione a caratterizzare il lavoro di Maico e Franco Campilongo. Da qualche tempo, hanno unito il cosiddetto “utile al dilettevole”. Maico ha smesso di volare in parapendio e ha iniziato a coltivare la passione per le due ruote. Insieme a Franco hanno creato un team ‘’Terun’’. Sport e gastronomia: un binomio perfetto.
Il primo a intraprendere questa via è stato Franco. 




Con il lavoro estivo, l’aiuto di papà Giuseppe Campilongo e di mamma Anna Errico, entrambi nati a Verbicaro, il giovane riesce a comprare una bici e fondare, insieme ad altri amici un Club di mountain bike a Scalea. Franco corre e vince. Gira la Calabria in lungo e in largo e trasmette la sua passione al cugino Giuseppe, manager del ristorante, e, da pochi anni, anche a Maico che, dopo aver smesso di fumare, ha scoperto  un nuovo modo di restare in forma, rispettare l’ambiente e vivere all’aria aperta come ha sempre fatto sin da piccolo.

Da qualche giorno Maico e Franco sono in Italia. Sabato scorso, li ho incontrati quasi per caso. Seguo le loro brillanti iniziative tramite i social (è l’unico modo per essere in contatto con loro). È stato bello ritrovarli e parlare con loro. Erano alcuni anni che non riuscivamo a vederci, anche perché quando vengono a Scalea è giusto che dedichino il loro tempo ai familiari. Dopo esserci fatti una bella camminata, ci siamo fatti una promessa. Innanzitutto che, quando potremo, andremo a trovarli a Palo Alto e, poi, che continueranno ad inorgoglirci con il loro lavoro e le loro specialità gastronomiche che hanno reso più vicino la nostra bella terra di Calabria agli Stati Uniti con quei profumi e sapori che solo chi ama il Bel Paese sa esportare in tutto il globo. 

lunedì 29 febbraio 2016

Gli articoli di Crilly su telegiornaliste.com "Ida Magli. L'antropologa controcorrente"


È stata la prima ad adoperare il metodo antropologico per analizzare la società europea, in particolare quella italiana, adoperando gli stessi strumenti usati dall'antropologia per le società primitive

Il mondo della cultura italiana ha perso un altro tassello importante dei nostri anni: nei giorni scorsi, all’età di 91 anni, ci ha lasciato Ida Magli, l’antropologa controcorrente per antonomasia: famosi i suoi libri sulla storia delle donne e il potere maschile e sulla religione; di impatto, poi, la sua presa di posizione sull'Unione Europea e il rapporto con gli immigrati e l’Islam degli ultimi anni. 

Nei suoi saggi e articoli, infatti, Magli puntava il dito sul pericolo che l'Islam rappresenta per l'Occidente, proponendo “una limitazione degli ingressi ai musulmani per difendere i diritti di libertà costruiti in secoli di storia”. 

Un pensiero, quest’ultimo, che l’antropologa allargava anche alla Ue, contro la quale si è sempre scagliata, sostenendo che fosse nata per “conculcare le culture dei Paesi dell'Occidente, Italia in testa, favorendo, così, la vittoria dell'Islam”. 

Tra i suoi libri più famosi, si annoverano Matriarcato e potere delle donneGesù di Nazareth - Tabù e trasgressione e Figli dell'uomo: storia del bambino, storia dell'odio, quest’ultimo finito di scrivere da poco tempo e che narra della violenza sui più piccoli, paragonati a soggetti deboli e senza potere della storia

Ida Magli era anche autrice di numerosi saggi, tra cui Santa Teresa di LisieuxViaggio intorno all'uomo biancoLa donna un problema apertoStoria Laica delle donne religiose; inoltre ha firmato la voce antropologia culturale per l'enciclopedia Garzanti

Anche la musica faceva parte della sua vita: si è servita, infatti, della sua conoscenza musicale (era diplomata all’accademia di Santa Cecilia) per comprendere appieno e adoperare il concetto di “modello” culturale, messo a punto da Franz Boas e Alfred Kroeber, come “forma” chiusa e significante in sé stessa. 

venerdì 26 febbraio 2016

Presentato alla Luiss 'intelligence e scienze umane' di Mario Caligiuri, direttore del master in intelligence dell'università della Calabria


Consensi per la proposta di far diventare l'intelligence materia di studio nelle Università. 
Il Segretario Generale della Crui, Alberto De Toni, pensa a una laurea triennale. 
E' quanto emerso all'Università LUISS "Guido Carli", di Roma durante la presentazione del volume di Mario Caligiuri "Intelligence e scienze umane. Una disciplina accademica per il XXI secolo", edito da Rubbettino. 
"Il libro - ha affermato Mario Caligiuri, direttore del master in intelligence dell'Università della Calabria - nasce da un'esperienza che parte da un bisogno di trasparenza più che da una necessità di segretezza. La parola intelligence- ha aggiunto Caligiuri- viene evocata, troppo spesso, in tutti i telegiornali come forma di prevenzione del terrorismo e della criminalità organizzata dimenticando però che c'è stato un forte pregiudizio culturale verso l'intelligence che per anni è stata costantemente indebolita, creando anche confusione legislativa. Intelligence non è una brutta parola ma un metodo di trattazione delle informazioni che viene usata dalla notte dei tempi e che è fatta mentale per gli Stati". La manifestazione è stata aperta dal Rettore della Luiss, Massimo Egidi, che ha evidenziato l'attualità del tema, mettendo in rilievo che troppe informazioni paradossalmente non consentono di decidere opportunamente ma solo in modo soddisfacente, richiamando la teoria della "decisione a razionalità limitata". Si è poi soffermato sull'informazione implicita diffusa dai social, spesso con la partecipazione inconsapevole degli utenti. In Italia - ha ribadito - c'è una legislazione attenta sulla privacy, mentre in altri Paesi, come per esempio gli Stati Uniti, è più disinvolta. Infine ha evidenziato come l'intelligence rappresenti una prospettiva culturale essendo un elemento indispensabile per discernere l'informazione. Il libro di Caligiuri - ha concluso - apre un dibattito che riguarda non solo le istituzioni ma anche i cittadini e le imprese e quindi non è solo per specialisti ma per tutti. "Questo volume dona trasversalità al tema dell'intelligence, da materia specializzata si trasforma in una materia pervasiva in vari settori che vengono interpretati nei vari capitoli - ha spiegato paolo boccardelli, direttore della luiss business school- il fattore strategico distintivo non è l'acquisizione dell'informazione ma il suo discernimento. Questo libro dà una grande spinta a un principio di fondo per cui l'intelligence deve uscire da una materia per pochi specialisti e diventare trasversale a tanti studiosi di management, di psicologia, di sociologia e di economia e deve dare spunto per essere una disciplina universitaria". "L'intelligence- ha concluso boccardelli- è un fenomeno che va raccolto nella sua complessità con prospettive diverse e questa è una sfida per il mondo universitario dove i professori sono nati e cresciuti accumulando conoscenze in senso verticale. E' una sfida per tutti noi studiosi ad aprirci in prospettive interdisciplinari".
È seguito l'intervento di Paolo Scotto di Castelbianco, Direttore della Scuola di Formazione del Dipartimento di Informazioni per la Sicurezza della Repubblica, che evidenziato come la società richieda sicurezza necessariamente mediata con la libertà. Ha poi ricordato il rapporto con le università dove sono stati finora effettuati 23 incontri e selezionati 30 giovani laureati assunti nelle agenzie di informazioni. Scotto di Castelbianco ha quindi ribadito che in base a recenti ricerche il 65 per cento degli italiani si fida delle agenzie di intelligence nazionali. Ha concluso dicendo che i giovani che sono e saranno impegnati nei servizi svilupperanno tanta adrenalina intellettuale, per comprendere una realtà in rapido mutamento che da una parte impaurisce ma dall'altra affascina perché apre nuove sfide. Il prefetto Carlo Mosca, che dal 1994 al 1996 è stato vice direttore del SISDE, ha ricordato i passi avanti compiuti negli ultimi decenni per affermare in Italia una cultura dell'intelligence, a cominciare dalle università. Ha poi rivendicato l'esperienza positiva della prima rivista di cultura dell'intelligence "Per aspera ad veritatem", ribadendo che "di intelligence il mondo di è sempre avvalso", poiché l'intelligence è analisi, logica, capacità di prevedere quello che accadrà. Ha concluso il Segretario Generale della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e Rettore dell'Università di Udine Alberto De Toni che ha evidenziato come gli altri atenei del nostro Paese possano prendere spunto da quanto negli anni l'Università della Calabria ha elaborato per costruire una moderna cultura dell'intelligence. Ha poi ribadito che "l'intelligence viene da lontano e andrà lontano", poiché è sopratutto discernimento nello sviluppare capacità critiche, compito primario che le università devono perseguire. La natura dell'intelligence - ha proseguito - è l'anticipazione del futuro, prestando attenzione sopratutto ai segnali deboli per costruire gli scenari. Ha poi ricordato che quando aumenta la complessità sociale la soluzione non è al centro ma è in periferia, nel senso che c'è bisogno dell'apporto consapevole al cambiamento da parte di tutti i cittadini. Ha evidenziato poi che ci sarà sempre un conflitto fisiologico tra diritto alla sicurezza e diritto alla trasparenza e tra complessità dei problemi e capacità di risolverli. In questo caso sarà l'etica dei singoli a fare la differenza. "La sfida del libro di Caligiuri - ha concluso - mette in evidenza il riconoscimento della disciplina e la creazione di corsi di intelligence triennali nelle università italiane, quanto mai necessari non solo allo Stato ma anche alle imprese".

mercoledì 24 febbraio 2016

INTELLIGENCE: AL VIA LA QUINTA EDIZIONE DEL MASTER ALL'UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA

 "Oggi il problema principale delle democrazie è la sicurezza economica, sociale e individuale. In tale conteso, lo strumento dell'intelligence diventa insostituibile". 
Con queste parole il Direttore del Master sull'Intelligence dell'Università della Calabria, Mario Caligiuri, ha aperto la giornata inaugurale della quinta edizione del Master sull'Intelligence che si svolgerà sabato 27 febbraio, a partire dalle ore 09:00, presso l'Aula Magna "Beniamino Andreatta" dell'Unical. Parteciperanno all'evento il rettore, Gino Crisci, e il direttore del dipartimento di Lingue e scienze dell'educazione, Franco Altimari, il vice presidente del comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Giuseppe Esposito, il componente del comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Angelo Tofalo, e il presidente della commissione giustizia della Camera dei Deputati, Nico D'Ascola. 
Il Master sull'Intelligence dell'Università della Calabria è stato promosso nel 2007 su input del Presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, e ha costituto la prima iniziativa del genere di un ateneo pubblico italiano, che ha considerato l'intelligence materia di studio accademico.
Nel 2008, sempre nell'ateneo calabrese, è stato costituito un Centro di documentazione scientifica sull'Intelligence che ha svolto diverse attività ed ha promosso una collana editoriale con la Rubettino, che finora ha pubblicato numerosi volumi, che valorizzano anche le ricerche effettuate e i lavori di tesi dei 103 studenti che finora hanno frequentato il Master, provenendo da tutta Italia e dall'estero. 
I docenti del Master sono professori universitari, esperti del settore pubblico e privato, operatori dell'Intelligence, ambasciatori, giornalisti. 
Le attività di approfondimento in questa edizione sono riservate alla cyber intelligence, con lo svolgimento di seminari e laboratori. Per gli studenti sono previste attività di stage che nelle precedenti edizioni si sono svolte presso istituzioni pubbliche e società private, tra le quali Enel ed Iri.

Rosanna Cancellieri a Rionero in Vulture per parlare di artigianalità

Cresce l’attesa per l’incontro culturale che avrà luogo venerdì 26 febbraio, a partire dalle ore 10.30 a Rionero in Vulture, presso la sala comunale “Giustino Fortunato”. Sarà Rosanna Cancellieri, apprezzata firma del giornalismo nazionale, autrice e conduttrice televisiva e volto di punta di casa Rai, a mostrare le potenzialità del made in Italy su scala internazionale. La Cancellieri, nel corso della sua straordinaria carriera, si è fortemente adoperata per valorizzare il talento, partendo soprattutto dal mondo della moda. Sulla base di questo presupposto Daniela Moretti, creatrice di gioielli contemporanei, originaria proprio di Rionero in Vulture, ha voluto dare seguito ad un’iniziativa che consentisse a quelle che sono le produzioni artigianali di emergere e di posizionarsi sul mercato, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie.
«Quando creo un gioiello – spiega la Moretti – sento forte il legame con la mia terra e rivedo questo attaccamento in molte altre produzioni che consentono alla Basilicata di farsi apprezzare e conoscere. Ritengo sia necessario estremizzare ulteriormente questo concetto dando modo di far comprendere all’opinione pubblica che il genio, lo spirito d’iniziativa e le opportunità non devono essere esclusiva delle grandi realtà metropolitane o dei centri economici di rilevanza nazionale. Si può essere attuali e dinamici anche in situazioni meno complesse dal punto di vista demografico, ma non per questo meno attraenti. Il talento è ovunque. Dobbiamo soltanto veicolarlo».
Il messaggio è stato immediatamente recepito dai partner del progetto: il comune di Rionero in Vulture, guidato dal sindaco Antonio Placido; la locale sezione della Fidapa, coordinata da Marica Paolino; il Gruppo di azione locale “Sviluppo Vulture Alto Bradano”, diretto da Franco Perillo.
«Mettiamo le eccellenze rioneresi – rimarca la Moretti – intorno ad un tavolo, creando percorsi virtuosi tra campi diversi, ma convergenti nel nome dell’artigianalità e del talento. Sarà un’occasione per parlare di noi, di ciò che siamo e di come intendiamo muoverci nel futuro».

Nel corso dell’evento, tra le altre cose, è prevista un’estemporanea di moda con le creazioni realizzate dall’orafa lucana. Verrà presentato, inoltre, il nuovo sito web dell’artista: www.danielamoretti.it. Del resto per la Moretti non c’è un attimo di tregua: domenica scorsa ha preso parte ad un interessante programma televisivo in Calabria, rimarcando il suo amore per la Basilicata.

Ha vinto lo Stato. Ha vinto l'Italia. Abbiamo vinto tutti noi.

  30 anni di latitanza. 30 anni di misteri, depistaggi, ombre sul latitante più ricercato al mondo. Questa mattina, all’alba, in una clinica...