Da poco tempo la nostra
società è entrata nel terzo millennio. Un periodo che, in futuro, verrà
ricordato come l’era del progresso e della tecnologia, ma anche un momento in
cui la popolazione di uno Stato Europeo si vede costretta a dover superare
alcuni ostacoli e problemi che, ormai, caratterizzano il contesto
socio-culturale in cui vive. Sembra difficile pensare, infatti, che, al giorno
d’oggi, la maggior parte della popolazione mondiale si trova a lottare contro
la fame, cerca disperatamente un lavoro o viene perseguitata per motivi
politici. Oggi non è raro ascoltare notizie che riguardano gli immigrati e i
continui sbarchi di clandestini dall’Africa settentrionale o dall’Europa
dell’est all'Europa Centrale. È un fenomeno che va avanti da anni, ma che non è
ancora stato risolto. Inoltre, le immigrazioni spaventano. Ovunque si vada, si
è soliti vedere gente che rifiuta i clandestini e gli extracomunitari,
assumendo un comportamento del tutto razzista. Un razzismo che nasce, molto
spesso, dall’ignoranza. La gente, solitamente, non conosce il motivo per cui
chi emigra va alla ricerca di una speranza in un paese nuovo, fuggendo da paesi
devastati da guerre e conflitti interni. A tal proposito, bisogna, riflettere
sul fatto che non è possibile dimenticare l’esito delle imponenti migrazioni di
massa del passato: in America e in Australia furono sterminati o fatti
prigionieri gli indigeni del luogo, vittime di un vero e proprio genocidio,
dagli europei in cerca di nuove terre da colonizzare. Adesso, la situazione si
è capovolta. L’extracomunitario si vede, spesso, vittima di violenze razziste e
abusi, nonostante gli sia stato riconosciuto lo “status” di rifugiato politico.
Occorre capire che l’immigrazione non è sempre stata un problema: non è raro,
per esempio, che tra gli immigrati emergano le più rilevanti figure in ambito
politico, nello sport e nelle arti. Va, inoltre, aggiunto che gli immigrati che
trovano un posto di lavoro. Inoltre, danno anche un contributo economico e
culturale al paese ospitante. In Germania, sempre per fare un esempio,
l’immigrazione ha contribuito ad un aumento del prodotto interno lordo per
abitante. Nonostante questo, però, vengono operate evidenti restrizioni: i
poveri sono immediatamente ricacciati nei loro paesi di origine, mentre se si
presentano uomini d’affari stranieri viene riservata loro una calda accoglienza.
I potenti possono circolare liberamente. L’immigrazione è come uno specchio:
più la guardiamo, più ci rimanda l’immagine della nostra società e della nostra
vita. Paesi come l’Italia sono ancora vittime di una cosiddetta “immigrazione
interna”: intere famiglie emigrano,ancora oggi,dalle aride terre del Sud Italia
verso il Nord, alla disperata ricerca di un lavoro. La colpa di chi è?
RIFLETTIAMO.
Mario Saullo
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