Nell’ambito dei festeggiamenti dell'ateneo calabrese, la casa editrice ‘’Rubettino’’ annuncia
l’uscita di un libro su Aldo Moro e l’Intelligence, curato da Mario Caligiuri.
Era il 1968, quando venne promulgata la legge che istitutiva l’Università della Calabria (n° 442 del 12 marzo 1968), che poi avviò le sue
attività nel 1972.
Il Presidente del Consiglio era Aldo Moro, lo statista democristiano
del quale tra poco ricorreranno i 40 anni del suo rapimento e del suo
assassinio.
Ancora l’eco degli scontri di Valle Giulia non si era spento e i
giovani italiani erano in rivolta. Aldo Moro era proteso verso la strategia
dell’attenzione per rendere la società italiana più partecipata.
In tale
contesto si colloca anche questa ricorrenza, che vide, poi, il
consigliere economico di Moro a Palazzo Chigi, Beniamino Andreatta, diventare il
primo rettore dell’Unical che impostò come un campus
americano, con una visione anche adesso modernissima.
Andreatta si dimise, successivamente, in polemica con la classe dirigente locale.
Aldo Moro, aveva, comunque, un grande rapporto con la Calabria essendo la madre, Fida
Stinchi, di Cosenza, dove aveva studiato e insegnato all’Istituto
“Lucrezia della Valle”.
Al Presidente della Democrazia cristiana, l’Università della Calabria ha dedicato, il 13 maggio dello
scorso anno, un convegno nell’aula
“Caldora” dal titolo “Aldo Moro e l’intelligence. Il senso dello Stato e la
responsabilità del potere”, nell’ambito degli approfondimenti scientifici dello
studio dell’intelligence, per il quale l’ateneo calabrese è all’avanguardia. ù
Da
questo simposio è nato, poi, un libro, curato da Mario Caligiuri, uno dei più
importanti studiosi di intelligence del nostro Paese. Il volume, ha lo stesso titolo del convegno e
verrà presentato in anteprima il 9 maggio 2018 a Roma alla Camera dei Deputati.
Il testo, che ha la prefazione di
Paolo Gheda, contiene saggi di Andrea Ambrogetti, Francesco Maria Biscione,
Vera Capperucci, Massimo Mastrogregori e Giacomo Pacini. Inoltre contiene delle
trascrizioni da Virgilio Ilari e le testimonianze di Ciriaco De Mita e Luigi
Zanda.
"Si tratta della prima organica
riflessione che affronta questo aspetto poco studiato della vita politica di Aldo
Moro - si legge in una nota -. Infatti, Aldo Moro ha
profondamente segnato la storia del nostro Paese. La sua figura però è
schiacciata sulla tragica fine, lasciando in ombra la lunga azione politica.
Negli anni della guerra fredda, Aldo Moro è sempre centrale nelle fasi che allargano
la partecipazione politica, prima ai socialisti e poi ai comunisti. È
Presidente del Consiglio in occasione il “Piano Solo” del 1964 e Ministro degli
esteri durante la strategia della tensione. Profondo conoscitore dello
strumento dell’intelligence, ne sa utilizzare le informazioni e sa dialogare
con gli uomini che la praticano, come Giovanni De Lorenzo, Vito Miceli e
Stefano Giovannone. Proprio a quest’ultimo scrive durante la sua prigionia.
Aldo Moro dimostra che un uomo di Stato è anche un autentico uomo di
intelligence, poiché sa riconoscere e utilizzare questo fondamentale strumento
nell’interesse della Repubblica. Sotto il profilo dei rapporti con
l’intelligence, la vicenda di Aldo Moro è ancora tutta da scrivere per
sottrarla alle riscritture".
Mario Caligiuri, prosegue il suo impegno di ricerca, durante
il quale ha già approfondito la figura di Francesco Cossiga e ampliando, scientificamente, lo sguardo sull’attività dei Servizi che rappresentano la
“dimensione mancante della storia”.
Un libro spiazzante che illumina sotto una
nuova luce il ruolo insostituibile dell’intelligence e l’esperienza politica
dello statista democristiano, confermandolo un faro della Repubblica.
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