lunedì 29 dicembre 2014

Terremoto in provincia di Cosenza

Paura ieri notte in Calabria. Una forte scossa di terremoto, di magnitudo 4.4 sulla scala Richter, è stata avvertita in provincia di Cosenza, poco dopo le ore 22:40. Il sisma avvenuto ad una profondità di 11,1 Km, è stato avvertito nella città dei bruzi, in tutti i paesi del circondario e nella fascia costiera del Tirreno cosentino. L’epicentro, secondo i rilievi effettuati dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, è stato individuato a Spezzano della Sila, piccolo centro pedemontano sui monti della Sila, a 900 metri sul livello del mare, distante 15 chilometri da Cosenza. I comuni più vicini all’epicentro sono Spezzano Piccolo, Spezzano della Sila e Serra Pedace. Pochi minuti dopo le ore 22:40, un secondo sisma di magnitudo 3.3 è avvenuto nella stessa zona e successivamente è stato avvertito un altro terremoto di entità inferiore. Secondo le segnalazioni, arrivate sui social network, la scossa è stata avvertita anche nella parte bassa della Calabria, fino a Catanzaro e alla provincia di Reggio Calabria e anche in Sicilia, a Messina. Spavento per numerose famiglie, uscite in strada appena avvertita la forte scossa di terremoto che sarebbe durata alcuni secondi. In molti hanno dormito in auto. Al momento le centrali operative dei vigili del fuoco e della Protezione civile non hanno rilevato situazioni di criticità. “Dopo il terremoto che ha colpito qualche ora fa la provincia di Cosenza, ora stiamo monitorando la situazione”. È quanto scrive il presidente della Regione Mario Oliverio sulla sua pagina facebook. "La forte scossa di terremoto di magnitudo 4.4, con epicentro nella Sila cosentina, fa ricordare il rischio sismico cui è particolarmente esposta la nostra regione". E' quanto afferma Francesco Fragale, presidente dell’Ordine regionale dei geologi, che illustra le misure utili per difendersi dal sisma. «Innanzitutto – dichiara – costruendo nel rispetto della normativa antisismica vigente e adeguando e migliorando sismicamente il patrimonio edilizio già esistente. La legge sismica regionale numero 35/2009 attualmente prevede procedure di controllo rigoroso sui progetti delle opere con volume maggiore a 3000 mc e/o altezza maggiore ai 10,5 m, per cui una buona parte dei progetti viene verificata. Tuttavia è auspicabile che in tempi brevi, al fine di concretizzare una maggiore garanzia della qualità progettuale degli interventi sul territorio, venga pienamente e definitivamente attuata la legge regionale 35/2009, con il controllo della totalità dei progetti". Secondo il presidente dei geologi calabresi è necessario il potenziamento delle "strutture tecniche regionali ancora carenti per la componente geologica. Bisogna potenziare la presenza di geologi nelle strutture tecniche per il controllo degli elaborati geologici a corredo delle progettazioni. L’Ordine dei geologi auspica che il nuovo governo regionale sia sensibile a tale criticità. Necessita, inoltre, l’emanazione di una legge regionale per l’istituzione del “Fascicolo del fabbricato”: una sorta di “libretto sanitario” dell’edificio, finalizzato a valutare le reali condizioni sismiche, statiche, strutturali e geologiche del sito ove esso sorge. Ciò – prosegue Fragale – al fine di avere piena conoscenza della vulnerabilità sismica dell’edificato regionale. Al riguardo è bene ricordare che in Calabria molti edifici sono stati realizzati antecedentemente all’introduzione della legge antisismica 64 del 1974, quindi progettati senza alcun criterio antisismico, tra cui oltre 3 mila edifici scolastici. E il quadro si allarga se si considerano anche le altre strutture pubbliche, come a esempio gli ospedali. E', poi, fondamentale - chiosa Fragale - che vengano adeguati e aggiornati i Piani di emergenza comunali e che questi vengano realmente utilizzati dai Comuni e divulgati tra la popolazione. L’Ordine dei geologi sta organizzando, con grande spirito di servizio, attività divulgative sui rischi territoriali tra gli studenti delle scuole medie, in modo che essi possano essere informati dei rischi cui è esposto il territorio che abitano. L’educazione della popolazione rispetto ai rischi del territorio rappresenta il primo passo verso la strategia della prevenzione".

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