lunedì 7 ottobre 2013

I miei articoli su telegiornaliste.com "Lo sport contro la violenza sulle donne"

‘’La violenza sulle donne non è uno sport’’. Non è uno slogan, non è un cartello da sventolare in questo macrocosmo, contorniato da una grave crisi di identità.
Adesso basta! Bisogna combattere a testa alta contro questo cancro che devasta il vivere quotidiano.
Un fenomeno che colpisce in ogni dove senza un motivo, senza un senso concreto
Ogni giorno, la cronaca è invasa da accadimenti che lasciano nell’anima quell’amarezza che fa sbiadire quel rosa che caratterizza il genere femminile, luce nella luce, amore nell’amore. Un amore spezzato da una crudeltà inumana.
Vengono alla luce storie di donne scippate della loro dignità, del loro orgoglio, della loro grande forza. Donne che diventano fragili, si sentono abbandonate, impaurite, terrorizzate da uomini che dovrebbero amarle e proteggerle a vita, ma che usano la violenza come arma di distruzione. Ma distruzione di chi?
Sicuramente di loro stessi.
Con un semplice ‘’NO’’, con la denuncia alle autorità preposte e con il dialogo aperto e leale, si può cercare di sopperire a questi avvenimenti che portano solo a spazzare via il senso più alto della vita che caratterizza il mondo di donne, madri, figlie.
Sono molte le iniziative e le manifestazioni di sensibilizzazione che vengono organizzate per dire basta alla violenza sulle donne. Nel caso specifico, è lo sport che la fa da padrona.
Un’unione di generi, di forza e solidarietà che contribuisce a sensibilizzare tutti, e dico proprio ‘’TUTTI’’, verso un argomento che con va riposto nei meandri più bassi della memoria, ma che deve indurre a scendere in campo lealmente per debellarlo una volta per tutte.
A Busto Arstizio, ridente cittadina lombarda è stato proprio il Coni ad organizzare una kermesse, mettendo in scena un monologo dell’indimenticabile Franca Rame, ‘’Lo stupro’’, scritto nel 1974 dall’attrice per esorcizzare la violenza subita due anni prima.
Un testo struggente, a tratti molto crudo, che colpisce al cuore di ognuno. Lei si che ha avuto coraggio e come lei tantissime altre. Il coraggio di denunciare, rendere partecipe l’opinione pubblica di un male, difficile da curare, ma che con il tempo, affrontandolo, si riesce a superare.
Maria Cristina Saullo


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